L’IMPORTANZA DI IMPARARE A PRENDERE DELLE DECISIONI
Durante un percorso insieme, al termine di un incontro durante il quale abbiamo fatto una panoramica dettagliata di chi o cosa costituisse per lei un problema, una cliente mi ha chiesto:
– Ma perché devo fare tutto io? Non dovrebbero fare qualcosa anche loro?
– È faticoso fare quanto suggerisci, non c’è un modo, una formula magica che risolva tutto?
Un modo non c’è, c’è una scelta da fare: possiamo decidere di continuare a subire quello che ci succede lamentandoci, oppure possiamo decidere di fare qualcosa per cominciare a cambiare il corso degli eventi.
Ed ecco che entra in gioco il concetto più ampio di volontà, come insieme di qualità che integrano la capacità di prendere decisioni sagge.
Il quattordicesimo capitolo de “Il manuale di Edgar Cayce per trasformare la propria esistenza” è incentrato sul valore e sulla comprensione di cosa sia esattamente la volontà, quell’ingrediente misterioso che ci consente di prendere le nostre decisioni facendo scelte indipendenti e sagge, alle quali far corrispondere le azioni che definiranno la qualità della nostra vita.
È un argomento di importanza incommensurabile per quanto riguarda tutte le scelte di vita in generale e in particolare, anzi come base per tutte, la scelta di intraprendere un cammino di crescita personale e spirituale, mantenendo la costanza di percorrerlo sapendo che può essere potenzialmente infinito.
Secondo la psicologia contenuta nelle letture di Cayce, la volontà è uno dei tre attributi dell’anima, insieme alla mente intesa come “costruttore” (ci-sono-pensieri-e-pensieri-1; ci-sono-pensieri-e-pensieri-2) e all’energia spirituale, che è illimitata ed eterna.
La volontà quindi non è uno stato della mente o un tipo di energia, ma un ulteriore elemento fondante dell’anima che introduce nella nostra vita alcune qualità, oltre alla già riconosciuta libertà di scelta, che integrano la capacità di prendere delle decisioni sagge.
1. Sapersi osservare, essere obiettivi e meditare su se stessi. Autoconsapevolezza come chiave per lo sviluppo spirituale e l’individualità.
2. Contrastare le abitudini. Con un atto di volontà possiamo contrastare la forza di inerzia e pilotare noi stessi verso una nuova direzione.
3. Far evolvere l’anima. Di fatto le letture di Cayce si spingono al punto di suggerire che “tutta la faccenda” della crescita dell’anima si riduce all’uso che facciamo della volontà.
4. La volontà guida la mente indirizzandola.
5. La volontà è l’agente dell’obbedienza alla volontà dell’Universo ( di Dio, nel testo di Cayce). Rinunciare al proprio potere e seguire uno scopo più elevato è un atto di volontà illuminata.
In definitiva Cayce ci propone di vivere in un paradosso: riconoscere l’aspetto della volontà che conferisce pieni poteri alla propria persona (la volontà individuale), e quello della volontà divina che scavalca completamente il precedente.
L’Universo (Dio per Cayce) ci manda continue lezioni perché noi impariamo a prendere delle decisioni basate sull’amore e sulla saggezza. Fino a che non avremo imparato a esercitare la libertà di scelta non diventeremo mai “I compagni consapevoli e capaci di creatività divina che Dio desidera.” Continuando a scegliere, e certo sì anche a sbagliare, possiamo crescere, evolverci in modo salutare. Se lasciamo invece “dormire” la nostra volontà individuale, lasceremo sempre il controllo della nostra vita a schemi, abitudini passate o addirittura ad altre persone. In questo modo non diventeremo mai “padroni” della nostra vita e non potremo partecipare mai al disegno più grande previsto per noi dalla volontà “divina”. L’Universo ci propone situazioni e persone chiavi in determinati momenti della nostra vita, ma quando l’incontro è avvenuto il suo compito è terminato: “spetta a noi, grazie all’uso del libero arbitrio, decidere che fare di quella opportunità.”
“Pensate a come il principio si applichi alla vostra vita. Forse eravate destinati ad incontrare il vostro coniuge, il vostro capo e altre persone significative. Ma adesso com’è qualitativamente quel rapporto? Non è opera del destino, ma del modo in cui avete scelto di pensare, sentire e agire nei confronti di quella persona.”
Con un po’ di autosservazione, cominciando a coltivare cioè la consapevolezza di ciò che siamo e di come agiamo, ci possiamo rendere conto che molte di quelle scelte che noi pensiamo di fare sono in realtà condizionamenti, abitudini, reazioni automatiche a qualcosa o a qualcuno che ci distolgono da ciò che vorremmo fare veramente. Magari la mattina riusciamo a fare anche un programma lucido e dettagliato di come vorremmo arrivare a fine giornata, ma riusciamo a portarlo a termine nonostante le interferenze esterne?
Ancora una volta però, come spesso accade nel sentiero spirituale, la via migliore è un equilibrio fra i due estremi. Eccoci di nuovo di fronte al paradosso spirituale: “L’intenzione divina è che impariamo a fare scelte amorevoli e sagge, sviluppando l’individualità e risvegliandoci da un sonno simbolico. Tuttavia è altrettanto essenziale imparare ad arrendersi a qualcosa che oltrepassa il singolo. […]: dover esercitare la propria libertà di scelta accrescendo così la forza individuale, e abbandonare tutto arrendendosi a un potere supremo.”
Tutto questo si impara attivando ogni volta la volontà di (ri)provare.
Arriviamo infine alla questione dell’importanza della comprensione profonda della natura dualistica della volontà per la crescita spirituale. Una volta raggiunta tale comprensione sarà più facile applicarla nelle scelte quotidiane. Il concetto di volontà è molto più ampio, ma la pratica quotidiana di prendere decisioni sul da farsi è il campo in cui più spesso ci si trova ad affrontare il problema.
“Prendere una decisione è un processo a tre stadi”:
1. Confusione. Concediamocela, e ricordiamoci che, a meno di non indugiarvi per un tempo eccessivo senza mai venirne fuori, è una condizione naturale e anche salutare dovuta al dibattito delle nostre voci in competizione fra loro, alle varie alternative che riusciamo a formulare nella nostra testa. Chi non è mai confuso probabilmente non sta crescendo. “ La confusione può indicarci che il vecchio modo di vedere la vita sta cedendo il passo a un modo nuovo di intenderla.”
2. Identificazione delle opzioni. In questa fase restringiamo il campo delle scelte possibili, poiché ci diamo il tempo di capire quali possono portare ad azioni salutari e quali no. Può anche essere una fase creativa: dalla combinazione di due possibilità ne creiamo una terza ancora più valida.
3. La decisione in favore di un’opzione. Qui la volontà attivata ci permette di concentrarci su una sola opzione e impegnarci per concretizzarla. Non è detto che poi quella scelta sarà per sempre, ma intanto procediamo. Ripetiamoci: “Secondo me questa è la cosa migliore. Le mie azioni sono frutto di una libera scelta e mi incamminerò per quella via. Osserverò i risultati e, se ce ne sarà bisogno, modificherò il mio cammino. Ma per adesso, questa è la mia intenzione.”
A meno che non si indugi troppo in una fase o non si cerchi di evitarla, la tempistica di ogni stadio della decisione è soggettiva, sia relativamente all’indole della persona sia alla tematica rispetto alla quale vogliamo agire. Potrà avere richiesto mesi oppure anni, ma la libertà di scelta in ogni istante del processo ci avrà fatto sentire liberi!.
Infine:
“In molti dei regni in cui passiamo dopo la morte corporea, viviamo fino in fondo le conseguenze delle decisioni prese durante le nostre vite terrene, senza diretto accesso al libero arbitrio, se non limitatamente. Spesso le anime si reincarnano nel mondo fisico per ricollegarsi alle loro volontà e operare i cambiamenti indispensabili.
Prendetevi il tempo per capire quanto sia necessario questo dono spirituale. La volontà è la chiave del futuro. Dio vuole che la usiate per prendere decisioni sagge e amorevoli. Oggi avete molte possibilità di agire in tal senso.”
Il manuale propone questo ESERCIZIO:
Ogni giorno prendiamo decisioni di varia importanza. Attraversate oggi stesso i tre stadi della decisione scegliendo un’istanza qualsiasi. Scegliete una situazione nella quale la sequenza riportata di seguito possa concludersi in un giorno solo, senza dovervi affrettare o schivare una delle tre fasi. Passate da un livello all’altro:
1. Confusione: il caos e la confusione creati dal bisogno di trovare una soluzione.
2. Alternative: le possibilità e le soluzioni alternative individuate.
3. Scelta: l’atto volontario con cui si sceglie un’alternativa e ci si impegna ad agire.
Osservate ogni tendenza ad “addormentarvi” durante il processo, o a lasciare le abitudini del passato, o la volontà di qualcun altro, decidano per voi. Poi fate la vostra scelta, impegnatevi ad agire di conseguenza e osservate i risultati prodotti dall’applicazione della decisione presa.